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Enogastronomia, Cultura e Natura nella terra del Crudo di Parma

EMANUELE MODICA - IL PITTORE DELLA TENDA

Emanuele Modica è nato a Palermo il 29 novembre 1936 da una famiglia contadina di 7 figli. Fin da bambino vedeva nelle macchie sulle pareti della stalla profili umani, immagini nascoste. Colpito ancora ragazzo, a soli 24 anni dalla morte del padre ucciso dalla Mafia nel suo campo, sceglie l’arma del pennello piuttosto che quella della lupara e della vendetta. Lavorando come barista comincia a fare i primi disegni col caffè sugli scontrini. Scoperto dal gallerista palermitano Ciro Livigni che lo fa esporre alla galleria “Il Chiodo”, nel 1968 decide di dedicarsi completamente all’arte ma a modo suo, da “navigatore solitario” com’ebbe a definirlo l’amico Don Luigi Ciotti.

Nel 1969 crea a Palermo la “Tenda” mostra itinerante che lo porta attraverso le piazze d’Italia proprio con la su tenda sfiorando minacce, pregiudizi, intimidazioni. Delle sue soste si ricordano tra le più importanti quelle nelle “calde” piazze di Palermo, della Sicilia e di Napoli negli anni ’70 mentre nel Nord Italia ad Aosta, a Parma, a Biella, a Riccione nei giardini di Villa Mussolini dove gli fece visita Vittorio Sgarbi.

Ultima tappa è stata Bergamo qualche anno fa, quando a causa di un malore è stato costretto ad abbandonare il suo nomadismo artistico per piantare definitivamente la tenda a Manzano di Langhirano dove ora vive con la moglie e prosegue la sua attività artistica presso la canonica della chiesa parrocchiale. Qui, ancora un anno fa, ha realizzato alcuni restauri e ha arricchito l’edificio con alcune sue opere tra cui una Pietà, la Colomba della Pace e il S. Vincenzo, quadro dedicato al santo patrono e collocato in prossimità della facciata. Ha avuto la critica e l’apprezzamento d’importanti critici d’arte, giornalisti, scrittori e poeti come Ignazio Buttitta, Leonardo Sciascia, Vittorio Sgarbi, Michele Prisco, Lorenzo Piras, Gianni Bertone, Cesare Zavattini, Gianni Cavazzini. La sua storia e la sua opera sono state presentate sulle principali reti nazionali RAI e Mediaset.

Canonica Chiesa di Manzano, 15
Manzano di Langhirano (Parma)


Emanuele Modica poteva scegliere la vendetta, la violenza dopo aver visto suo padre ucciso dalla Mafia. Invece ha scelto l’arte, il pennello per dipingere croci, vite spezzate ma in un grido alto che rompe il silenzio, l’indifferenza, la paura complici del male. E’ il grido libero dei suoi cavalli apocalittici in una corsa senza fine d’occhi di madri nel terrore, occhi fitti nel vuoto come di pescespada braccati. C’è poi il silenzio della speranza, dove i tentacoli si sono fatti vele leggerissime, soffi azzurri sulla terra brulla di Sicilia, respiri d’angeli. Il Cristo di Modica e il suo Calvario finiscono in un abbraccio materno, in queste Pietà e Maternità, in un abbandono panico perché Dio è ovunque, ovunque la sua consolazione, in ogni vita e la vita stessa è prova di Resurrezione. Il sangue s’è fatto Spirito. La nemesi del dolore è la bellezza, la forza dell’arte che agisce e commuove.

“Picasso o Ligabue? Lascio che dicano… Scrivo, dipingo, lavoro come un contadino che zappando con amore … vive la sua terra”. (Emanuele Modica)

Emanuele Modica al lavoro